L’attuale crisi ambientale ha spinto l’umanità a riconsiderare il modo in cui trattiamo i nostri rifiuti e le risorse esauribili. Due concetti che hanno guadagnato notevole attenzione negli ultimi anni sono quello del recycling e dell’upcycling. Entrambi giocano un ruolo fondamentale nella riduzione dei rifiuti e nella promozione di uno stile di vita sostenibile, ma spesso vengono confusi o fraintesi.
Il recycling è diventato un termine familiare per molti di noi. Si riferisce al processo di raccolta, smistamento, trasformazione e riproduzione dei materiali esistenti per creare nuovi prodotti. Questo approccio mira a ridurre l’impatto ambientale della produzione e dello smaltimento dei rifiuti, promuovendo il riutilizzo delle risorse disponibili. Allo stesso tempo, l’upcycling, una pratica meno conosciuta ma altrettanto importante, ha guadagnato terreno. Essa implica il trasformare materiali di scarto o oggetti non più utilizzati in prodotti di valore superiore, senza ridurli a materia prima grezza.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire in cosa consistono e quali sono le differenze tra recycling e upcycling.
Indice dei contenuti
Cos’è il recycling
Il recycling, noto anche come riciclaggio, è un processo complesso e tecnico che coinvolge la raccolta, il trattamento e la trasformazione di materiali usati o di scarto in nuovi prodotti o materie prime.
Secondo i dati della Comunità Europea, solo il 38% dei rifiuti in Europa vengono riciclati, una percentuale decisamente da migliorare.
Questa pratica è, infatti, fondamentale per ridurre l’impatto ambientale causato dalla produzione e dallo smaltimento dei rifiuti e segue le seguenti fasi:
- raccolta: la prima fase del recycling coinvolge la raccolta selettiva dei rifiuti. I materiali riciclabili, come carta, cartone, plastica, vetro e metalli, vengono separati dagli altri rifiuti domestici o industriali;
- smistamento: una volta raccolti, i materiali vengono trasportati in centri di smistamento. Qui, i rifiuti vengono ulteriormente separati in base al tipo di materiale. Ad esempio, la plastica viene separata in base al codice di riciclo presente sulla confezione;
- pulizia e preparazione: dopo lo smistamento, i materiali vengono puliti per rimuovere contaminanti come etichette, inchiostri o residui di cibo. La pulizia è essenziale per garantire la qualità del materiale riciclato;
- trasformazione: una volta puliti, i materiali vengono sottoposti a processi di trasformazione, che variano a seconda del materiale. Ad esempio, la carta e il cartone vengono macinati in polpa e poi pressati per creare nuovi fogli. La plastica può essere fusa e modellata in nuovi prodotti, mentre il vetro viene fuso e riutilizzato per creare nuovi contenitori;
- produzione di nuovi prodotti: dopo la trasformazione, i materiali riciclati vengono utilizzati per creare nuovi prodotti. Ad esempio, bottiglie di plastica riciclata possono essere utilizzate per produrre abbigliamento, scarpe, contenitori per alimenti e molto altro. Questi prodotti sono spesso marchiati per indicare la percentuale di materiale riciclato utilizzato nella loro produzione;
- mercato e consumo: i prodotti riciclati vengono messi sul mercato e acquistati dai consumatori. È importante educare il pubblico sull’importanza dell’acquisto di questa tipologia di prodotto per sostenere l’intero processo.
In sintesi, il recycling è un processo complesso, che richiede la collaborazione di individui, aziende e istituzioni governative per garantire il corretto smaltimento dei rifiuti e la creazione di nuovi prodotti sostenibili ed è essenziale per contrastare l’esaurimento delle risorse naturali e mitigare l’impatto ambientale causato dalla produzione e dallo smaltimento dei materiali.
Cos’è l’upcycling
L’upcycling termine utilizzato per la prima volta nel 1994 da Reiner Pilz, – ingegnere meccanico tedesco – noto anche come “riciclaggio creativo” è un processo attraverso il quale oggetti o materiali apparentemente inutilizzabili o destinati al riciclaggio vengono trasformati in nuovi prodotti o oggetti dal valore superiore.
A differenza del recycling tradizionale, che comporta la rottura e la trasformazione dei materiali per creare nuovi prodotti, l’upcycling preserva l’oggetto originale, riutilizzandolo in modo creativo senza disgregarlo in materia prima.
Questo processo permette un nuovo utilizzo dell’oggetto o materiale esistente oppure ne riconosce un diverso valore qualitativo/estetico, riducendo così il flusso dei rifiuti e promuovendo la sostenibilità.
Ecco in cosa consiste l’upcycling:
- identificazione di materiali o oggetti: l’upcycling inizia con l’individuazione di oggetti o materiali che sono considerati rifiuti o scarti. Questi possono essere vecchi gioielli, oggetti in metallo, vestiti, mobili, parti di elettronica, pneumatici usati, ecc.;
- creatività e design: gli artisti, i designer e gli artigiani creativi trovano modi innovativi per utilizzare i materiali scelti (riparazione, ristrutturazione o la combinazione di oggetti diversi per creare qualcosa di completamente nuovo);
- intervento minimale: a differenza del riciclaggio tradizionale, dove i materiali sono spesso fusi o trasformati chimicamente, l’upcycling cerca di mantenere il più possibile la forma originale dell’oggetto richiedendo, in alcuni casi, interventi minimi per ripararlo o migliorarne l’aspetto:
- nuovo utilizzo o funzione: l’oggetto upcycled può essere trasformato in una vasta gamma di prodotti, come gioielli, complementi d’arredo, borse, abbigliamento, opere d’arte e molto altro. La creatività svolge un ruolo chiave nel determinare il nuovo utilizzo o la nuova funzione dell’oggetto;
- promozione della sostenibilità: l’upcycling promuove la sostenibilità, in quanto riduce il consumo di nuove risorse, la formazione di rifiuti e incoraggia il consumo consapevole. Questo processo è particolarmente popolare nel settore del design e della moda sostenibile, dove si cerca di ridurre l’impatto ambientale di quanto realizzato e creato.
In sintesi, l’upcycling è un approccio creativo e innovativo alla gestione dei rifiuti, trasformando oggetti apparentemente senza valore in opere d’arte o prodotti funzionali, da non confondere con il downcycling, che consiste invece nel processo in cui i materiali vengono trasformati in prodotti di inferiore qualità, con conseguente riduzione delle prestazioni del materiale.
Una pratica, quella dell’upcycling, che non solo contribuisce alla riduzione dei rifiuti ma promuove anche la consapevolezza sull’importanza del riutilizzo e della sostenibilità nell’ambito del design e della produzione.
L’impegno del Consorzio Physis
Consorzio Physis oltre a voler raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale, in linea con l’Agenda 2030, lavora anche per promuovere tutta una serie di attività volte alla messa a punto di tecnologie e processi all’avanguardia, necessarie per contribuire alla riduzione dello spreco di risorse promuovendone il loro riutilizzo.
In questo senso Physis, per esempio, offre una serie di servizi volti al recupero dei metalli e al loro riutilizzo. Per maggiori informazioni sulle attività del Consorzio invitiamo a consultare il sito web.